Chiamo “esercizio di felicità” la scelta quotidiana di vedere la scintilla che si sprigiona dall’ombra, gli inizi che seguono gli addii, il senso di espansione che si sprigiona da ogni sofferenza accolta, trasformata in amore. È una felicità più inclusiva, che non separa i giorni in gioie e dolori: che fa spazio a tutto ciò che è vero, a tutto ciò che serve a proseguire verso la cima della libertà.