Penso a una corriera del mattino: sul sedile è seduta mia madre. Viaggia con la borsetta stretta all’addome, i giornali freschi, qualcosa di buono e profumato incartato con cura, dalle prime montagne friulane alla città. E a un ospedale (ancora uno!), dove mio padre attende la forza di guarire bene e il sì dei medici per uscire. Penso a come si cerchino e patiscano persino i vuoti lasciati dalle cose dell’uno e dell’altra che di solito sono oggetto di lamento e voci alte.
E penso a mio padre, che oggi al telefono, con la voce ancora debole, ha pronunciato la parola ‘determinazione’ quando mi raccontava di sé, mentre attendeva con il camicione bianco la puntura dell’anestesia e l’inizio dell’operazione. La stessa parola che aveva indirizzato a me qualche settimana fa, quando ero io stesa su un letto di corsia. E forse, non lo sapevo, ma stavo tracciando un segno sulla strada, per renderla più agevole quando lui sarebbe dovuto passare.
Il giorno prima del ricovero aveva scritto e rivisto più volte una lettera indirizzata ai medici, forse ricordando quanto aveva salvato me la scrittura. La leggeva e la correggeva, aggiungendo sempre nuovi particolari. E magari era rimasta poi lì la sua emozione, e così poi aveva potuto affrontare l’intervento in pace. E uscirne con fierezza: “Ero determinato, e ora voglio guarire e riprendere la mia vita, che qui non si mangia neanche bene”.
E poi penso a questi due anni incredibili e alle cose grandi, alle cose rotte, che abbiamo attraversato come famiglia. Le accolgo, ne voglio vedere la perfezione, la luce pronta a venire fuori al termine di ogni buio. E resistere ad ogni confronto, perché è ogni volta che si pensa di essere stati abbandonati dal buon occhio del Cielo, che faccia piovere bene su altro e su altri, che in realtà da sé ci si abbandona.
Provando e riprovando un nuovo modo di parlare, ora che quello vecchio ancora brucia troppo nei polmoni, saluto anche questo giorno terminato. Lo consegno allo scorrere della vita. Con mani libere e aperte, mi sveglierò pronta per il nuovo che deve arrivare.
One thought on “In viaggio verso il cuore”
Ciao Giulia un abbraccio grande a tuo padre di una pronta guarigione e che si riprenda presto. Tanta Luce e Amore a Te e ai Tuoi Genitori 🌈 cristina