Oggi ha piovuto tutto il giorno fino in fondo al cuore. Qualcosa come la mancanza di un luogo simile in cui appoggiare un po’ dell’intensità che tracimava. E si ha bisogno ogni tanto di fare a metà, di spezzare il pane del sentire. Molte volte mi sono ritrovata persino a inventare questi interlocutori, a sceglierne uno a caso, a dipingergli addosso la meraviglia che avevo bisogno che esistesse.
Ma oggi non funzionava, nessun rospo che potessi promuovere a principe. Allora mi sono inginocchiata, ho offerto questa nuova piccola disperazione, ancora non divenuta trasformazione. E mi sono anche arrabbiata con il Grande Creatore. Gli ho detto che sono stufa di fare come il criceto che gira eternamente nella sua ruota, che ho provato di tutto, ma senza il suo aiuto non riesco a uscire, e non riesco però neppure a continuare a girare e rigirare dentro gli stessi dolori.
Gli ho chiesto perché a me siano tanto complesse le cose semplici di tutte le vite normali. Se ci fosse un modo con cui tutto questo si potesse fermare. Poi però ho pregato, e l’ho pregato anche di cancellare le mie parole. L’ho ringraziato per ciò che mi ha dato, per il modo unico in cui vive in me, e mi spinge alla meta per cui mi ha inviata qui. E ho promesso di continuare a cercare, a scolpire finché non sarò tutta in luce, fosse anche fino all’ultimo respiro.
E se lo sforzo sarà troppo e mi dovessi spezzare, sarà come il germoglio di un seme, calpestato mentre metteva tutta la sua forza per diventare fiore.
2 thoughts on “Fino all’ultimo respiro”
Grazie Giulia, ancora vedere nelle tue parole tutta la difficoltà che io non so dire così bene. Grazie!
Un abbraccio