In questi giorni mi sono fatta un grande regalo: mi sono tolta da dentro un brutto pensiero. Più volte mi aveva fatto lo sgambetto, aveva creato complicazioni e grovigli, aveva invitato altri a trattarmi secondo la sua legge. Come capita in queste situazioni, a lungo avevo atteso che fuori le cose cambiassero, di non avere più bisogno di svegliarlo, o che arrivasse persino qualcuno a dargli ragione – mi illudevo – e perciò a guarirmi. Ma non funziona così.
Con la stessa necessità con cui dopo la notte viene il giorno e dopo l’inverno la primavera, di nuovo in questo tempo il pensiero era fiorito in nuove circostanze e presenze della vita, per farmi vivere ancora cose uguali, che mettevano radice nella stessa convinzione, diventata intanto grande e forte. Ma qualcosa di diverso intanto era successo: tutto intorno il mio terreno è cambiato, l’amore per me è cresciuto, ma soprattutto è cresciuto immensamente l’amore per la verità, che non può inciampare in questi smarrimenti.
Così ho parlato, ho fatto venire fuori chiare, potenti, terse e persino senza rabbia, perché uscivano da un luogo di luce e di certezze, tutte le parole che raddrizzavano quella stortura. Sapevo che sarebbero state così forti da poter spazzare via tutto, anche quello che in quelle circostanze e presenze mi faceva bene. Ma è proprio così che arrivano queste potature, quando la forza della volontà, della verità, l’urlo interiore che dice “mai più!“, si è fatto tanto netto da non preferire nulla al suo posto.
Dopo un istante di vuoto, in cui ero aperta ad accogliere tutte le conseguenze, in realtà poi non ho perso nulla. Le illusioni, immagini di antichi pudori e resistenze ad essere me, si sono sciolte come può sempre essere per tutto ciò che non è vero, e quello che è rimasto in vita, presente e raddrizzato sulla forma della mia nuova realtà, non è che ciò che è necessario, che può camminare con me, diventare il mio futuro.
E ora sono ancora più golosa, di questa avventura di continua consapevolezza che è la vita.