Questo mi pare di avere di nuovo e più profondamente imparato.
Che nasciamo con un cervello liscio. Poi le prime lacrime disegnano dei solchi: dei pensieri automatici. E se non vogliamo passare tutta la vita a piangere le stesse lacrime, passeremo gran parte della vita a distenderli quei solchi.
Ho imparato che alcuni di questi incontri di pensieri si sciolgono facilmente, dipende dal trauma e dall’emotività.
Richiedono solo un po’ di carezze e un po’ di rassicurazioni, la certezza che una più alta gioia può scrivere strade altrettanto profonde.
Altri invece sono duri da svitare.
In particolare uno sarà il nostro compagno più ostico e fedele: e proprio lì c’è il compito per noi in questa vita. Tutto quello che dobbiamo fare prima di uscire di qui: comprenderlo, saggiarne la materia, farci pace e camminare insieme senza fretta di arrivare.
E’ fatto di spavento, e solo chiede amore.
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