Puoi avere molto successo nella vita, possono averti fatto molti complimenti per i traguardi che hai raggiunto e per la persona che sei: eppure la tua autostima non ha nulla a che fare con quello che pensano all’esterno di te. L’autostima è fatta dalle fronde di una pianta ben più profonda, che mette le sue radici nei tuoi blocchi del passato, nell’ambiente familiare e sociale in cui sei cresciuto, nella tua capacità di soddisfare i tuoi bisogni, ponendo anche dei paletti alle richieste altrui, senza paura per questo di essere escluso.
L’autostima ha molto a che fare con l’amore incondizionato che provi per te, che è il terreno di partenza per apprezzare poi anche i tuoi progressi nel mondo. Se per qualche ragione, trauma o blocco questo non c’è, l’autostima sarà un terreno scivoloso su cui dovrai lavorare con calma. Perché potresti essere la persona più valida al mondo, ma finché la tua vibrazione sarà quella di non valere, il mondo non farà che rispecchiare la considerazione che hai di te.
Secondo N. Branden “la stima di sé è la disponibilità a sperimentare se stessi come individui in grado di affrontare
le sfide fondamentali della vita e come esseri degni di conoscere la felicità”
Le due componenti essenziali dell’autostima sono dunque: 1. la fiducia nelle proprie capacità, e il 2. rispetto di sé ovvero la convinzione di avere il diritto di essere felici, e che il successo, l’amicizia, il rispetto, l’amore e il completo appagamento sono alla nostra portata.
Quando la nostra autostima è bassa, la nostra capacità di recupero rispetto ai problemi della vita è minore, e non basteranno né la nostra cultura, una relazione, la ricchezza materiale, la bellezza a cambiare questa condizione. Un’autostima sana è basata 1. sul vivere consapevolmente, 2. sul sapersi accettare, 3. sull’assumersi le proprie responsabilità, 4. sul sapersi far valere, 5. sull’avere uno scopo nella vita e 5. sull’integrità personale.
Prova con questo semplice esercizio a prendere la temperatura della tua AUTOSTIMA:
1. Mi è sempre stato detto che sono…
2. Quando le cose vanno male reagisco facendo…
3. Quando sono felice, accolgo/non accolgo che…
4. Mi sento rilassato quando…
5. Ho paura di lasciarmi andare a…
6. Mi piace…
7. Di cosa ho bisogno per dare il meglio di me?
8. Il mio corpo per me è…
9. Mi sento sicuro quando…
10. Il mio lavoro attuale mi fa sentire…
11. In realtà ho sempre voluto fare…
12. La mia famiglia sostiene che il lavoro…
13. Mi sento inspirato ed entusiasta quando…
14. Il mio giorno lavorativo ideale includerebbe…
15. Se potessi ricominciare da capo… (o tornare indietro)
16. Alcuni confini che vorrei essere in grado di creare sul lavoro
Se hai compreso che l’opinione che hai di te non ti rispetta pienamente, ecco alcune pratiche per allenare la tua autostima:
- cura il tuo aspetto
- sottolinea le cose di te che vanno bene
- definisci i tuoi obiettivi
- tieni un diario, così vedi quante volte le cose sono andate bene
- parla lentamente
- impara a dire di No senza giustificarti troppo, allena la tua assertività
Secondo una prospettiva spirituale, le impronte delle nostre “fragilità” mettono radici addirittura prima della nostra vita (di questa nostra incarnazione) e i disagi che incontriamo ora sono le esperienze che servono a muovere in noi il cambiamento. Ovvero, dietro ogni problema c’è un’abitudine di pensiero che fa da filtro alla nostra realtà, ed è quel pensiero che dobbiamo rimuovere. Yogananda chiama queste tracce solchi, e ci rassicura che: come li abbiamo creati così abbiamo la possibilità di disfarli.
L’inizio del viaggio è quando decidi che non vuoi più ripetere un certo dolore, ma che è tempo di darti il diritto di far brillare la tua luce. Perché non prenderlo come proposito per il nuovo anno?
Se vuoi provare le tecniche di Yogananda per rimuovere i vecchi solchi scrivimi e prova un consulto: giulia.calligaro4@gmail.com, giulia.calligaro@fastwebnet.it