Se hai un problema, chiediti qual è il pensiero che sta dietro
Da un po’ di settimane sto sperimentando su amici, conoscenti, persone che me lo chiedono, e anche con esperti di coaching, le tecniche di rimozione dei solchi che ci ha lasciato in eredità Yogananda. Lui sosteneva, infatti, che dentro alla nostra mente ci sono dei percorsi automatici i quali – spesso senza che ce ne accorgiamo – ci muovono come dei burattini. Sono pensieri-solchi (grooves era la parola che lui usava) che formano catene neuronali create da un’esperienza passata rimasta bloccata e che tende a riprodursi infinitamente, a meno che non ce ne liberiamo. Può trattarsi di un trauma, di un’abitudine familiare, ma spesso si tratta di una traccia pre-natale che si manifesta in questa vita proprio per essere vista e sciolta.
Dopo aver utilizzato a lungo queste tecniche su me stessa con effetti sorprendenti, ho iniziato, appunto, ad utilizzarle anche per aiutare altri. Ed è incredibile la perfezione del disegno e delle opportunità che ci vengono date se abbiamo lo sguardo attento, per divenire liberi ed evolvere. Tanto che verrebbe da dire che lì dove risiedono le nostre esperienze più dolorose, ci sono anche i lucchetti che, una volta fatti saltare, ci apriranno la strada alla libertà.
Spesso il contesto familiare è già il luogo in cui questo specchio ci viene messo davanti. E infatti sui rapporti familiari puntano anche molte terapie psicologiche. Ma la differenza in un percorso spirituale è quella che non si guarda mai all’esterno come a un fatto casuale: ma sempre come a una realtà che la nostra anima ha scelto proprio come percorso evolutivo che dura più incarnazioni. E sono proprio le anime a noi più vicine quelle accolgono di fare un patto con noi per aiutarci a divenire liberi, anche a costo di dover fare il ruolo dei cattivi.
Tolta quindi di mezzo l’idea che ci siano colpevoli fuori, bisogna andare a lavorare dentro, dove una mappa mentale sta condizionando la nostra realtà. Rimuovere il solco che la manifesta, cooperando con l’energia cosmica che è anche in noi, e agendo da un livello supercosciente a un livello subcosciente, ovvero dal luogo dove esistono tutte le verità, anche quelle non ancora manifeste, a quello in cui invece il passato è stivato, rendendo angusto il passaggio del futuro, o di un futuro che non sia condizionato da quello che è già stato.
Si tratta di “terapie” che lavorano attraverso l’intensità, la concentrazione e la volontà. Perché non è possibile mai “guarire” finché non c’è la piena accondiscendenza a farlo, ovvero finché qualche cosa in noi ritiene ancora “conveniente” a qualche livello restare nel bisogno di una sofferenza nota, piuttosto che affrontare l’ignoto. La guarigione inizia il giorno in cui l’anima prende il sopravvento e dice “Basta!”. Da quel momento il frutto è pronto a staccarsi.
In dipendenza dalla profondità del solco, dal tempo di permanenza e dalla quantità di altri solchi di compensazione che sono stati creati per ripristinare un possibile equilibrio, la liberazione dal solco sarà più o meno veloce. Ad esempio un solco come “Non mi merito di essere amata se non sono brava”, si porterà con sé tutta una serie di solchi compensatori come “Non posso permettermi di riposare”, “Non posso permettermi di sbagliare”… eccetera, e tutti dovranno essere disinstallati, e sostituiti con pensieri positivi: “E mio diritto essere amata così come sono…”.
Nei casi visti fino a qui i risultati sono stati molto potenti (come sempre quando si porta la vibrazione di un grande Maestro), e incredibilmente chiarificanti anche per chi li ha fatti sul perché del ripetersi di esperienze uguali nella propria vita.
Un mondo affascinante, che mi sento grata e privilegiata di poter condividere. Se vuoi maggiori info o vuoi fare una sessione di prova, scrivimi: giulia.calligaro4@gmail.com (inoltra anche a giulia.calligaro@fastwebnet.it, ma a breve la mail sarà dismessa).