Quante persone si può essere in una sola giornata!
In questi nuovi capitoli di silenzio, di natura, di intensità interiori, mi presento a me stessa e imparo a conoscermi ogni giorno. Mi derido, mi sostengo e anche un po’ mi lascio perdere quando mi rivedo fare capricci vecchi, che non ho voglia più di ascoltare.
Capita che questo tempo ci chieda infatti di trasformarci, di aprirci, di farci da parte, di farlo passare. Di non domandarci più cosa ci piaccia e cosa non ci piaccia: ma di fare solo le cose giuste, le azioni che ci attendevano e che avremmo rimandato per tutta la vita. Servono affidamento e determinazione. Potenza e grazia. Apertura agli spiragli di luce che ogni tanto appaiono e ci mostrano la strada.
Tuttavia poi le nubi si richiudono e restiamo soli con tutte queste cose nuove che hanno preso spazio dentro quella cosa comoda e nota che chiamavamo la nostra vita. Allora lì, dentro le nostre paure, ansie, preoccupazioni: in tutto quel futuro che non è ancora avvenuto e che vorremmo ci fosse rivelato in anticipo, si mettono a nudo ancora nuove fragilità da ammorbidire. Nuove opportunità di conoscenza.
Per non farle diventare troppo importanti basta sedersi un paio di passi indietro da tutte queste emozioni: guardarle negli occhi con onestà, iniziare a parlarci. Cosa fa veramente male? Quello che potrebbe essere e che non conosciamo ancora? Quello che è già stato, che ci ha ferito, e che abbiamo paura di ripetere ancora? E magari nel frattempo di là della finestra accade un tramonto inesorabile, qualcosa che sta avvenendo realmente in questo momento, mentre la mente ci ha portato via.
E in un istante il presente ha la forza di ridare fiato alla curiosità, uno sguardo diverso dalla paura per intraprendere il viaggio. E ancora senti quanto sperimentare, espandere, osare sia l’unica cosa che siamo venuti qui a fare. Allora ti risiedi nel tuo sedile di bordo, allacci la cintura e sei di nuovo pronta a partire.