Ci sono domande alle quali non bisogna aggiungere sforzo per trovare risposte, e neppure porle a coloro che crediamo che le abbiano già trovate: alcune domande richiedono solo di fare qualche passo indietro, verso il silenzio. Di arretrare finché le vediamo scritte a caratteri piccoli, lettere leggere mosse dal vento, che non pesano più sulla giornata. Da quella distanza soltanto comprendi che non le stai facendo a te stessa, ma alla vita, e che se non preferisci nessuna risposta, sarà bella e giusta quella che farà maturare il tempo, mentre vivi.

Il tempo della guarigione
Tutto d’un colpo è ritornato il caldo. Un caldo precoce, di maggio, e io sono ancora nella casetta di legno davanti al Subasio, il mio […]