PENSIERI
1 – Oggi è stato un giorno con tante gioie che fiorivano senza essere attese. E ho ripensato alle parole di una grande persona che ho intervistato qualche giorno fa, un’icona di arte volta al bene, alla Madre Terra, ai diritti umani. Mi raccontava come la sua vita fatta anche di tanti momenti dolorosi si fosse alla fine sempre retta in piedi grazie alla capacità di entusiasmarsi, di essere felice di piccole cose. Ripensavo allora che le conosco queste gioie, anche la mia si è retta sempre su questa meraviglia, che alla fine vince sempre, su ogni oscurità.
Però poi ho ricordato anche come questi momenti di grazia, queste piccole epifanie, siano stati in passato solo i ciottoli asciutti con cui attraversi un torrente mosso e freddo, su cui hai sempre paura di scivolare, o che temi di non trovare proprio lì dove vorresti appoggiare il piede. Come, insomma, tutto resti così puntiforme e instabile finché non arriva un centro, una sorgente di questa gioia, una direzione per cui attraversare il fiume. E questo centro è quello che alla fine bisogna avere il coraggio di chiamare Dio.
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2 – Poi pensavo anche a quanto avevo atteso questo giorno di mare, di calma, di me. E proprio oggi, invece, il tempo si era messo a fare le bizze, e tutti mi dicevano che era inutile partire. Sono partita lo stesso: l’ho fatto perché ho sentito che alla fine non sarei stata delusa se non avessi trovato il sole, che tutto ciò che mi avesse accolto avrebbe fatto il giorno perfetto per questo breve riposo. E alla fine ho trovato più sole che nuvole.
Ma questo credo sia importante, per le situazioni come per le persone: non aspettarsi nulla, non chiedere che assomiglino a quel che noi pensiamo di loro, perché è da questa libertà che la vita sprigiona la sua meraviglia: se siamo davvero pronti a ricevere i doni unici che contiene ogni incontro e ogni istante.
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3 – E mentre ero lì, stesa in un’ovatta che univa il cielo e il mare, mi sono chiesta quale fosse la ragione di una nuova pace che sento da un po’. Dal cuore è salita questa risposta: dalla gratitudine, forse anche dalla gratitudine venuta a galla dopo i mesi che ci sono stati, dall’incertezza e dall’aver accettato, almeno per un istante, di non avere più sicurezze. La gratitudine, infatti, tiene tutto insieme, fa scorrere la vita in un flusso unito verso la meta.
Mentre ogni volta che ci si lamenta si separa, ogni volta che si giudica, che si analizza si frammenta l’unità. Si esce da questa forza che da sé ti porta a destinazione. E si ridiventa piccoli, solo umani, a fare confronti con quello che accade intorno, a prendere le misure. La pace nasce quando sei disposto a dire Grazie, anche per quello che ancora noi sai, quando credi nel disegno perfetto, divino della vita. Allora sei immensamente più grande di ogni piccolo fastidio, come un moscerino che non può fermare le ali del vento.
2 thoughts on “Pensieri in un giorno azzurro”
Con tanta , tantissima gratitudine …grazie Giulia, per queste parole di speranza, di fiducia …serena giornata by Silvana
Grazie