Fino ad una settimana fa avevo accumulato così tanta velocità, così tanta intensità che ho pensato di non poterle più contenere. E mi dicevo: quando tutto questo fare sarà finito, potrò finalmente riposare, essere di nuovo me. Quando sarà finito il continuo senso di allarme che arriva dal telefono, dalle email e dagli incontri, sarò finalmente libera di sentire la mia vera musica interiore e tutto quello che di me ora non riesco più a vedere potrà di nuovo venire a galla e splendere.
Poi, il tempo del riposo è arrivato, ma il corpo era rimasto teso, la mente veloce. Quando mi sarò data il tempo per rilassarmi e per calmare i pensieri, sarò nuovamente quella che attendo da tempo di ritornare, mi sono ripetuta. Invece sui colli, dove mi sono ritirata, c’era un caldo bruciante, e c’erano gli insetti che arrivano con il caldo, gli animali in allerta, e ancora molti amici con delle spine nel cuore che cercavano un luogo dove appoggiarsi. Forse tra qualche giorno questo passerà, mi sono detta ancora: e allora sentirò finalmente di nuovo la pace, l’armonia in ogni cosa.
Oggi, infine, mi sono svegliata con una convinzione diversa: in questo modo non sarebbe mai arrivata la pace, e la vera vacanza non significa escludere. Non significa ritrarsi così tanto dentro le proprie fessure da non sentire più ciò che è altro da te. Come non è silenzio quello che non vuole più comprendere ciò che è reale. Piuttosto bisognerebbe approfittare di questi momenti di sospensione per espandersi, per salire in piani più alti di sé. Per prendere degli impegni più elevati e più veri con il mondo. Per servire la Vita quando ci si presta ad altri, e per servire gli altri quando si contempla la Vita.
La vera vacanza è includere, è sospendere il proprio rimuginio interiore, e tutto ciò che ti chiude a chiave dentro la scatola della tua visione piccola, per accorgerti nuovamente dell’immensità. Del palpitare di un’unica natura dentro ognuno e dentro ogni cosa, e questo è già abbastanza per amare e per sentirsi parte della stessa avventura. Ognuno con una pelle diversa cresciuta intorno a questa profondità, dove accadono cose accidentali che quando ci perdiamo, o siamo troppo stanchi, chiamiamo vita.
Ecco, se arrivi lì, sei davvero al riparo da ogni fatica, perché quello che prima era fare diventa un infinito scambio di amore.
2 thoughts on “La vacanza nella parte migliore di te”
La parte in cui dici che la vacanza è includere e non ritirarsi l’ho sperimentata la scorsa settimana, senza averlo previsto. Ero in viaggio e mi sono spontaneamente aperta all’esperienza, che è stata anche faticosa e dolorosa (ho avuto un torcicollo mai sperimentato), ma l’ho vissuta fluendo e apprezzando senza sforzo qualsiasi cosa, aspettandomi meraviglia e trovandola a ogni angolo. Non mi sono mai chiesta come occupare il tempo, quando invece la noia è sempre stato il mio tarlo. Ora sono tornata e fatico, sia a capire come ho fatto a entrare in quello stato d’animo inaspettato, sia a riportarlo nella mia vita a casa. Il tuo post, come sempre accade, è arrivato al momento giusto. Silvia
Grazie Silvia, capisco di cosa parli. All’inizio compare così, inaspettatamente, ma poi torna e dura sempre più quel sentire.