Ready (again)

E così ancora ho raccolto la vita dentro le valigie. Ho scelto i pezzi e i colori per un nuovo lontano, una prospettiva diversa sull’inverno, per ricordarmi che ogni cosa va osservata da più lati, per comprenderne la reale dimensione. Per capire anche cosa resista e cosa invece si sciolga appena lo sguardo acquisti distanza e distacco.

Ed è proprio di questa cernita che sono alla ricerca, dopo mesi trascorsi a gestire con tensione accidenti che sono tali solo da vicino, perdendo la visione del tutto. Di un’immersione nel grande, nell’ampio, nell’alto e nel luminoso ho bisogno ora, per rimettere in ordine i pensieri e i giorni.

Parto anche per prendermi cura di me. Per farmi un regalo e dimostrarmi che posso riceverlo. Che posso farmi del bene e che questo è un modo vero di prendermi cura anche del mondo, se saprò irradiarlo, se si sarà arricchito di qualche onda in più di felicità.

Questa mattina, ripassando con la mente tante partenze fatte negli ultimi anni, cercavo una risposta al perché questa volta mi paia diverso, perché la gioia respiri più calma, perché non abbia disegnato già cosa mi attenda e cosa io desideri dai giorni che verranno. In risposta è arrivata una strana visione.

Le mani non erano più aggrappate a quello che accade in fondo alla mia vita, ma sollevate e strette in alto, con una fiducia e un’accoglienza del tutto nuove. Ogni cosa giusta è benvenuta, le ancore sono ritirate. Sono pronta al Grande viaggio, a compiere il privilegio di essere viva. Per servire, se possibile, per arare il pezzettino di Terra che mi è dato di attraversare.

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