Per un momento ce l’ho fatta a stare completamente dentro lo spazio del cuore, dietro le ferite, oltre le paure e le cose fatte di pelle e di memorie in cui siamo lontani. Ho visto la bellezza che c’è in tutto in quel che vive, quanto sia possibile partire in ogni momento per un viaggio d’amore, non importa neppure quale sia il pezzo del creato che ci è stato dato da tenere vicino. Ho sentito quanto è grande e potente quella forza, quanto lo è in ognuno, e quanto lì sia sempre facile trovarsi, essere tutti uguali.
E’ stato un attimo mentre mi parlavi, mentre ti ascoltavo, mentre muovevi le mani nell’aria. Mentre disegnavi una linea perfetta tra le labbra. Eri qui e mi mancavi. Ho ricapito il perché di tutte quelle coperte che ho messo alla mia vita, la forza che ho cresciuto da sola, per non veder più partire nessuno. Ma tutto questo coraggio ora era buono e mi serviva: mi era chiaro che non eri tu, che ti avrei restituito presto alla vita. Non erano più cose e persone, era uno stato dell’anima, l’unico da cui è possibile dare un senso all’essere vivi.
Ho compreso la gloria e il pericolo di quella porta spalancata su ciò che si muove, senza certezze, se non che è sempre perfetto quel che arriva, quel che se ne va. Poi mi sono di nuovo spaventata, sono ritornata indietro. Ho di nuovo protetto il sentire. Quella vulnerabilità con cui ho attraversato già tanto dolore. Ma qualcosa è rimasto chiaro, in luce, come una direzione verso cui camminare. Da allora faccio ogni giorno, come posso, i miei esercizi d’amore.
Quando mi sveglio cerco di essere morbida con il tuo dormire. Accosto la porta, faccio un poco più piccolo il mio mattino. Apparecchio per pranzo i colori che ami, li preparo con calma, cerco di non pensare al tempo che fugge, che ho riempito di tutto, per anni, per non cadere. Piego piano la sera i resti della giornata, mi faccio da parte nel sonno, perché ci sia posto anche per il tuo sognare. Non è facile, e non sempre mi riesce, ma so che sei arrivato ad insegnarmi questo, e non voglio mancare.
Sai, è stata una lunga prova, una lunga attraversata, appoggiare solo su di me ogni cosa. Ora aspettami se puoi: un po’ alla volta imparerò, restando in me, ad appoggiare anche su di te, un lato del mio cuore.