Pensieri tersi

Un’altra giornata di sole. Di luce. La luce tersa dell’inverno.
E una cosa in più si è rischiarata questa mattina all’improvviso, mentre venivo smentita su alcuni cattivi pensieri: ogni volta che pensi di aver visto una macchia in qualcuno, ti si è in realtà rivelata una tua vulnerabilità. Un punto in cui ancora la luce non ha appianato la paura.

Ogni volta che accusi qualcuno di invidiare, è forse perché ancora non sei completamente certo dei tuoi talenti e controlli i risultati degli altri, senza gioire per l’aumentata felicità del mondo, se non è toccata a te.
Ogni volta che accusi qualcuno di averti trascurato, di averti abbandonato, è in realtà perché ancora non ti consideri abbastanza amabile.
E ogni volta che ti pare non ti venga dato abbastanza in cambio di quel che dai, è perché in realtà ancora non hai dato un’altezza al tuo valore.

Il mondo e tutte le persone sono uno specchio in cui vediamo riflesso il punto del cammino a cui siamo arrivati, e vanno perciò utilizzati come strumento di navigazione per crescere, non giudicati o fatti oggetto di lamento.

C’è un modo per verificare quando un punto debole si è rafforzato: è quando da quella porta non attendiamo più nulla. Non c’è più una corrente che eccede né nel dare né nelle attese di ricevere. E’ come con le persone: sia l’amore condizionato che l’odio creano una dipendenza, solo l’amore alto e la capacità di perdonare portano invece reale libertà. Allora, in questo moto pacificato può entrare quel che ti è dovuto. Quel che è vero.

Perciò, a volte i desideri si compiono quando non li inseguiamo più con foga e sono quasi dimenticati. Come ogni volta che si fa una cosa con dedizione piena, senza attendere nessuna ricompensa: allora, se non si aspetta più nulla, se si è solo protesi a fiorire, a compiersi e si mettono le radici nelle riserve interiori, arriva tutto. Tutto quel che è nostro.

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