Qui sui colli umbri non sa se piovere o nevicare. Ma dentro la nuvola in cui oggi ho messo la testa, c’è un fuoco caldo e anche un po’ di sole.
Ho pensato che questo Natale mi sono fatta proprio un bel regalo: ho imparato ad amarmi meglio, ad essere più me. Ho imparato che quando in una situazione non sto bene: è perché non è la mia strada. E devo permettermi di provare noia, diversità, disagio, senza farmi troppe domande su cosa provino in quel momento gli altri per me. Permettermi di essere libera. Permettermi anche di stufarmi per un po’ di una persona se qualcosa non funziona, di prendermi una pausa, senza farmi sempre carico di cosa provi tutto il mondo o di piacergli in ogni caso.
Se non sono rabbie, rancori che pungono l’anima, che vogliono ferire, ma solo segnali per illuminare il sentiero, è utile anche all’altro mostrare che non puoi seguirlo in quei passi, che non saresti tu. E compiacere è farsi mettere le catene, metterle alla verità.
E ho imparato anche che gran parte delle mie incertezze nasce dal fatto che vorrei sempre esaurirmi completamente in una cosa: trovare un luogo che sia il mio luogo, una persona che sia la mia persona, senza ombre, senza punture. Ma non è così: sono tante cose, e ognuna è una ricchezza da lasciar esprimere. E oggi sono felice, completa.