Se una cosa va male, è meglio che ne vadano male almeno due. Allora la resa è più completa: allora hai davvero l’opportunità di aprire il cuore e di affidarti ad un disegno più grande, di cui tu puoi vedere solo le linee che dal cielo si sporgono in terra.
In questi giorni una gioia che aspettavo è andata in pezzi. In principio non riuscivo a farmene una ragione, ero in preda all’incredulità, cioè chiudevo la porta alla realtà così com’era. Poi, un’altra cosa del cuore mi ha richiesto un esercizio di distacco: di tagliare ogni attesa e lasciare che tutto si sistemasse nel suo ordine. Non in quello che volevo io: in quello che è giusto in questo momento e che capirò più avanti.
E’ durato solo una notte un senso di accanimento che mi colpiva, la vittoria del buio, la voglia di fuga: al mattino c’era un nuovo spazio vivo, pronto a pazientare, ad ascoltare, ad accogliere. A lasciar andare per fare spazio al bello inatteso che mi attende, e non lo so.