Lo sento sempre di più: la vita si trasforma, ci porta acqua nuova, fresca di giornata. E il dolore è esattamente opporsi a questo scorrere, cercare di artigliarsi e di fermare quello che non è più.
Bisogna invece procedere con il suo flusso. Farsi portare. E questo non significa rinunciare ad esercitare la volontà, anzi: bisogna mettere tutta la cura e l’amore di cui siamo capaci in ogni gesto, però poi dobbiamo lasciarlo andare, restituirlo alla vita, accettare i risultati che ci offre con fiducia.
Il suo moto naturale è di condurci alla nostra vera natura, se non glielo impediamo, perché allora dovrà usare le maniere forti: e comunque dovremo incontrare quello che ci spetta.
Quello che oggi ci pare un risultato negativo può essere solo l’anticamera di un ben più grande dono che con le nostre forze non avremo potuto prevedere, e che richiedeva proprio una piccola rinuncia per poter liberare completamente la sua bellezza.