E ora invece sto facendo questo esercizio: non spingere la realtà in nessuna direzione. Proprio non preferire nessuna cosa ad un’altra. Restare al centro, in un punto neutro, un luogo senza aggettivi, senza giudizio.
Fare questo unico lavoro: togliere, distendere, aprire. Invitare la vita a mani piene. A che porti quello che naturalmente viene a me se io non oppongo nessuna corrente in direzione contraria. Quando prego, solo questo chiedo: che arrivi quel che è giusto, anche quando non lo so, anche quando non lo capisco.
E’ nato sempre ieri pomeriggio, quando ho capito quanto sia difficile per me ricevere, spalancare la porta di dietro, dove la vita ti nutre e ti darebbe tutto ciò di cui hai bisogno senza chiederti nessuna fatica, affinché poi tu stessa possa nutrire il mondo. Quando ho capito quanto sia difficile per me ricevere regali: amore, felicità, abbondanza facili, che pure spettano di diritto ad ognuno di noi, che siamo scintille della luce in cui tutto questo regna.