Auroville, primo incontro
Presto racconterò meglio la vita in questa città utopia, quello che intanto comincio a capire, è che qui arrivi per migliorare ancora la capacità di abbandono. Tutto intorno sembra perfettamente regolato, al tempo stesso però non scegli mai: sei scelta dalle cose. L’esperienza che sei venuta a vivere la devi attendere, non la puoi imporre.
E allora ieri sera, dopo varie difficoltà e progetti che prendono sempre strade diverse da quelle in cui credevo di riposare, ho capito che la vita scorre continuamente su due livelli. Ce n’è uno profondo dove le cose hanno movimenti lenti e le circostanze svelano il loro significato a poco a poco, e c’è n’è uno velocissimo, che corre e muta continuamente nella superficie dove avvengono le cose.
Se resti in questo, sei destinata a sentirti sempre insicura, a combattere con la paura che le cose ti scappino di mano, di essere data in pasto all’ignoto. E ti tendi, ti arrabbi, perché il paesaggio è spesso diverso da quello che pensavi, da quello che credi potrebbe racchiudere la tua felicità. Cadi in ginocchio perché siano esauditi i tuoi desideri, non perché avvengano le cose giuste per te. E questo è un modo corretto di pregare.
Ma se ti tieni stretta invece al livello più profondo, hai fiducia piena che di ogni cosa ti arriverà il senso, la necessità, e non scappi più fuori di te con i pensieri: riesci a trovare un punto di vista equanime, paziente, verso ogni cosa arrivi.
Ieri sera, in un momento così, ho sentito che lì risiede il segreto in cui possiamo davvero essere in salvo ed avere energia per noi e anche per tutto quello che viene, per tutti quelli che potrebbero avere bisogno del nostro aiuto, senza finirla mai. Perché a quel livello la forza diventa amore, ed è la corrente stessa della vita, che attraversa ogni cosa, che ti connette a tutto ciò che è.
Su questa idea di Unione, di abbraccio materno della vita si fonda anche Auroville: ne ho fatto esperienza arretrando ancora un poco da me.

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